Sounding New

domenica 20 aprile 2008

 

BIG A little a

In un nostro post di qualche tempo fa abbiamo avanzato delle riserve sull'ultimo lavoro dei Wampire Weekend, (il post potete leggerlo qui). Riserve che non abbiamo invece per gli Aa (BIG A little a) band di Brookling che produce un sound meticcio, accattivante, pieno e spigoloso: ritmi tribali possenti, voce urlata e qualche spruzzata di synth sono più che sufficienti agli Aa (BIG A little a) per creare un loro personale universo sonoro; la perfetta colonna sonora per le nuove rivoluzioni sociali in atto nel mondo.

Ecco il video di Thirteen!

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venerdì 18 aprile 2008

 

Man Man: Rabbit Habits

Spiazzante, intenso, nauseante, kitchs, denso, colorato, fastidioso, divertente, ironico. Un ascolto necessario, in questo periodo storico caratterizzato dall'Information overload(ing). Necessario perché per poter apprezzare appieno un'album come questo è fondamentale ascoltarlo nella pace della propria camera, facendo solo questo, ascoltare la musica che esce dalle vostre casse e magari fissare il cono del subwoofer per rimanerne ipnotizzati. Ascoltare, concentrarsi solo sulla musica e se la mente se ne va come un cavallo imbizzarrito verso altri lidi , riportarla all'ascolto nel presente, è un esercizio di disciplina, provateci.

Rabbit Habits è un album straripante di idee, carico di suoni non lineari ma divergenti, mai paralleli e pertanto il loro inevitabile incontro/scontro genera o caos o poesia.
Certo sarebbe un album migliore se non avessi mai ascoltato Tom Waits, sarebbe una pietra miliare se non conoscessi Zappa o Captain Beefheart, sarebbe un lavoro di una bellezza dirompente se non fossero mai esistiti i Flaming lips o i Pixies. Ma non è colpa loro essere nati dopo, si sa, è solo una questione di anagrafica.
7,5/10

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giovedì 17 aprile 2008

 

Oggetti utili all'uomo

Oggi vorremmo parlare di alcuni oggetti che l’uomo porta sempre con se, molto utili e utilizzati fin dall’antichità. Tali oggetti, comunemente denominati "dita", sono fatti come dei tubi di carne con all’estremità delle placchette di plastica trasparente chiamate unghie.
Sono solitamente in numero di dieci (ma non è una regola assoluta) e si muovono a gruppi di cinque. Per via di evidenti ripetizioni nelle forme, le dita sono poi suddivise in sub categorie.

Esistono infatti:
1) i pollici.
2)gli indici.
3) i medi.
4) gli anulari.
5) i mignoli.

Ognuna di queste tipologie ha specifiche caratteristiche che la distinguono dalle altre.
Ognuna di loro svolge funzioni molto particolari, mentre assieme svolgono fondamentalmente due funzioni, entrambe comunque fondamentali:
Impugnare.
Tirare pugni
.

a) Le dita, agendo assieme e contemporaneamente sono in grado di impugnare una gran quantità di cose: bicchieri, cellulari, telecomandi, volanti, maniglie, balestre, seni, topi, altalene e svariati altri oggetti. Alcuni oggetti però non sono in alcun modo impugnabili. Ad esempio i palazzi, le montagne, gli elefanti, il sole, le cascate, i batteri etc.
Per altri tipi di oggetti invece è sufficiente l’utilizzo di solo alcune dita, mentre le altre possono riposare tranquillamente: Ad esempio la forchetta, la penna, gli spilli, lo spazzolino etc, etc.
b) Altra funzione che le dita svolgono agendo assieme è: tirare i pugni.
Tirare i pugni è ancora piuttosto diffuso tra gli uomini. É stato dimostrato che nell’antichità era molto più utilizzato.
La pratica è stata poi sostituita col passare del tempo da "tirare con la pistola." Il motivo? Ci si è resi conto che tirare con la pistola risultava essere molto più funzionale.
Ad esempio, la pistola colpisce un oggetto posto molto più lontano rispetto ad un pugno. Se c’è una persona che odiate molto, ma questa è posta ad una distanza, poniamo per ipotesi, di cinquanta metri, per quanto voi proviate a tirargli dei pugni, non gli farete niente.
Perché? Perché non riuscirete proprio a colpirlo!
I pugni hanno infatti una gittata normalmente di un metro, un metro e mezzo. Dipende molto dal tipo di braccia che utilizzate.
Altro discorso invece vale per la pistola.
Con essa potete centrare quella persona odiosa anche a 100 metri di distanza, standovene comodamente distesi sul divano.
Inoltre, la pistola ottiene effetti migliori e più duraturi rispetto al pugno. Prendiamo una figura piuttosto celebre per la propria pericolosità, ad esempio Mike Tyson. Poniamo Mike Tyson al centro del vostro salotto e poniamo che vi detesti, che vi voglia morto. Se voi pensate di affrontarlo tirando pugni, probabilmente state facendo un banale errore di valutazione. Tirare pugni in questo caso può rivelarsi estremamente inefficace.
Diverso invece l’andamento se vi trovate ad utilizzare una pistola. Mettiamo che Mike Tyson vi veda disteso sul vostro divano a guardare "Alla Ricerca dell’Arca" con Cecchi Paone.
A quel punto inizierà ad odiarvi. Non ponetevi la domanda: per quale motivo mi odia? Cosa gli ho fatto?
Sapete forse perché il cane, dal giardino di casa sua, vi ringhia con tale rabbia da farvi drizzare i peli?, neanche gli aveste scannato la famiglia e stuprato la fidanzata? Sapete perché il rinoceronte carica la jeep nei filmati sui safari? Sapete perché l’orso aggredisce il povero boscaiolo? Nessuno lo sa. Cattiveria probabilmente.
Quindi, nel momento in cui Tyson inizierà a correre verso di voi schiumando rabbia, non cercate di capire in quale modo potete averlo offeso, ma piuttosto abbattetelo con un pallettone ben calibrato tra gli occhi. Un colpo di questo genere dovrebbe chiudere una volta per tutte la faccenda. Difficilmente otterrete lo stesso risultato con un vostro pugno.
Ecco spiegato perché col tempo la pistola ha lentamente soppiantato il pugno nelle preferenze degli uomini.
Restano però ancora settori nei quali la pistola non ha ancora sostituito l’utilizzo del pugno.
Alcuni esempi: Vi può capitare che la televisione improvvisamente non trasmetta più bene il segnale. Magari in un momento critico, ad esempio durante un balletto delle letterine. Un bel pugno può risolvere il problema.
In questo caso non è consigliabile utilizzare una pistola. Una revolverata da breve distanza al vostro televisore potrebbe compromettere del tutto la ricezione.
Lo stesso vale per la macchinetta del caffè al lavoro. Riempirla di piombo non vi risolverà i problema, se il bicchiere di carta si è incastrato all’interno. Meglio in questo caso un pugno ben assestato.
Terzo ed ultimo esempio: si sa, quando la vostra ragazza fa una battuta simpatica, voi normalmente le date un affettuoso pugnetto sul mento. Ecco, anche in questo caso non fate l’errore di spararle sul mento, anche se con una pistola di piccola taglia. Le conseguenze potrebbero essere imprevedibili e se la giovane dovesse salvarsi potrebbe anche decidere di interrompere la relazione con voi.

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lunedì 14 aprile 2008

 

SUBTLE: Yell And Ice

Questo è il primo lavoro dei Subtle che ho la possibilità di ascoltare, e anche se non è propriamente un album nuovo essendo un rivisitazione/remix del loro precedente lavoro "For Hero: For Fool" per il sottoscritto che ha ascoltato in ordine inverso l'uscita dei due lavori sembra quasi che "Yell And Ice" sia l'originale e non viceversa.
I Subtle in questo ultimo lavoro sfornano brani elettronici farciti di sinth distorti e conditi di sample e ruvidi break-beat, riuscendo ad innestare in questo magma sonoro fluide rappate e frasi in loop come nella migliore tradizione avant hip-hop, di cui i Subtle sono rappresentati di punta.
I brani si susseguono alternando momenti cupi e oscuri generati dall'unione di batterie pesanti e bassi profondi con momenti di apertura con canzoni quasi pop, cantati orecchiabili e intuizioni notevoli, una commistione di suoni e melodie antitetiche, accostamenti improbabili ma sempre riusciti. Si sprecano le collaborazioni con nomi di alto livello Cloudead, Notwist, Wolf Parade, TV on the radio, Chris adams of Hoods. Un album intenso, con carattere e piacevole nell'ascolto. A questo punto aspettiamo con ansia il loro prossimo album che dovrebbe uscire a maggio per quelli della Lexrecord.
8/10
PS: nel player qui sotto la traccia n°3 in collaborazione con i TV on the radio.

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giovedì 10 aprile 2008

 

Devotchka: A Mad & Faithful Telling

I Devotchka sono americani, più precisamente di Denver, ma nonostante le loro origini fanno una musica folk-rock di ottima fattura con influenze messicane, slave, greche, zingare. I rimandi alla tradizione rock americana sono presenti seppur nascosti dietro il sapiente uso di strumenti tipici della cultura popolare tzigana e non solo, e quindi violini , fisarmoniche, Bouzouki (una specie di mandolino) trombe, strani strumenti a fiato e percussioni particolari ecc ecc.
Lungo il loro ultimo album A Mad & Faithful Telling (il quinto tra l'altro) trovano spazio sia melodie sognanti che ritmi più scanzonati e ballabili, potremo paragonarli ad un Capossela meno depresso o a dei Gogol Bordello più raffinati. L'album cresce ascolto dopo ascolto, rivelando una capacità compositiva invidiabile, una fantasia viva e mai scontata anche se sempre dentro i confini di quelle che sono le loro intenzioni, fare del buon folk-rock . Senza dubbio obbiettivo raggiunto.
7/10

PS: un paio di canzoni sono state inserite nella playlist qui di fianco, buon ascolto!

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lunedì 7 aprile 2008

 

I mezzi pubblici

I mezzi pubblici sono oggetti effettivamente utili e anche piuttosto utilizzati. Le categorie che maggiormente ne fanno uso sono due:
Le vecchie.
Gli extracomunitari.
Gli esperti affermano da tempo che i mezzi di trasporto dovrebbero essere utilizzati da tutti, non solo da queste due categorie, ma lo dicono solo perché loro vanno in automobile. Basterebbe infatti un unico viaggio con questi mezzi di tortura per far cambiare loro idea.
Ma torniamo alle due categorie che maggiormente sfruttano le enormi potenzialità di questi oggetti.
1. Le vecchie. Il primo interrogativo, che sorge spontaneo, cui da sempre la scienza ha cercato di dare una risposta e che solo ultimamente sembra essere giunta a delle conclusioni è: perché li usano le vecchie e non i vecchi. Ebbene, le motivazioni sembrano essere fondamentalmente due: la prima è perché le vecchie sono molto più numerose (i vecchi tendono a morire con maggiore facilità) e la seconda è perché le vecchie vanno a fare la spesa, mentre i vecchi restano in casa. Non a caso i vecchi vengono sempre trovati morti in casa, a letto o sul divano, le vecchie invece muoiono anche nei supermercati, per strada, nei bar, sui tram.
Le vecchie fanno un uso dei mezzi pubblici indiscriminato ed esasperato. Non è raro vedere mezzi pubblici popolati esclusivamente da vecchie e borsoni della spesa. Esistono fasce orarie (quella intorno alle undici e trenta-mezzogiorno) in cui esiste un vero e proprio monopolio. Solo gli extracomunitari, l'altra grande categoria del trasporto pubblico tentano di spezzare questo dominio, ma senza risultati apprezzabili. L'extracomunitario, accerchiato dalle vecchie cede quasi subito e scende due fermate dopo quella in cui è salito, anche a costo di fare chilometri a piedi. Gli studiosi infatti sconsigliano di fare uso dei mezzi di trasporto quando c'è una netta predominanza di vecchie. Possono infatti diventare molto pericolose.
Alcune tipologie di pericolo legate ad un viaggio con un mezzo pubblico in un momento di grande affluenza di vecchie:
In qualsiasi posizione vi troviate all'interno del mezzo, avrete sempre più vecchie che vi accerchiano. Essendo molto basse di statura, vi staranno con il viso incollato all'altezza del petto o peggio della pancia. Dopo pochi minuti inizieranno a porvi il cosiddetto "grande interrogativo". E' la domanda che frulla in testa alle vecchie dal momento in cui si alzano la mattina, fino a quando si addormentano la sera: La domanda è "Scende alla prossima?" Questo è la vera, unica preoccupazione della vecchia. Anche se deve scendere quindici fermate più in là, vi chiederà comunque "scende alla prossima?" Tutti quelli che lo hanno provato assicurano che è una esperienza tra le più orribili. Anche il tono di voce contribuisce ad esacerbare. é un tono fintamente benevolo, ma in realtà pieno di acredine. é evidente che non vi sopportano. Siete un palese ingombro tra loro e la faticosa discesa dal mezzo. Prima vi togliete dai piedi meglio è. Questo sentirsi indesiderati tramite la ripetizione reiterata di tale domanda, diventerà ad un certo punto insostenibile e sarete assolutamente costretti a scendere. é celebre l'episodio, risalente all'inverno freddissimo del 1989, in cui un giovane impiegato sottoposto a pressing psicologico da parte di ben sedici vecchie, scese a dodici chilometri dall'ufficio. Arrivò al lavoro con una mano assiderata e il suo capoufficio fu costretto a procedere all'amputazione per salvargli la vita. Ma questo è solo uno degli innumerevoli casi drammatici riscontrati.
Sconsigliatissimo inoltre salire in un mezzo pubblico con una valigia. Le vecchie detestano le valige perché ostacolano anch'esse, come la vostra presenza, lo loro discesa e in genere la deambulazione all'interno del mezzo. Sono Accettate solo le borse della spesa (perché ogni vecchia ne ha una con se). Un suggerimento degli esperti è infatti quello di mettere verdure o banane finte che spuntano dalla valigia. In questo modo penseranno trattarsi di una anomala borsa della spesa e probabilmente vi lasceranno in pace.
Dal Cin Alessandro

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giovedì 3 aprile 2008

 

BENGA: Diary Of An Afro Warrior

Parliamo di Benga e parliamo ancora dubstep di alto livello (dopo Burial e Shakleton su tutti). Bassi che pompano come nella migliore tradizione, batterie minimali costruite con un perizia tecnica che sfiora il perfezionismo unito ad un calore che solo un combattente africano può produrre. Uno step (forse dovremo dire un dubstep) più in alto rispetto a Burial, a lato rispetto Shakleton, quella di Benga non è musica solo per pomeriggi londinesi ma anche per estenuati afterhour sulle spiagge del Kenya più selvaggio. Elettronica e tribalismo, progresso tecnologico condito con sgargianti colori africani, batterie elettroniche e sinth liquefatti sotto il sole schiacciante del continente nero.
La sua è musica priva di sbavature, Benga ha un grande controllo dei suoni, niente è di troppo o eccessivo, nel suo lavoro traspare un ammirabile senso della misura, un equilibrio ricercato e trovato muovendosi vicino all'orlo del caos, senza mai sbilanciarsi troppo. Benga è un funambolo della ritmica senza sfoggi di bravura fine a se stessi e inutili virtuosismi. In questo ci ricorda la tecno minimale di Villalobos, ricerca del suono e senso della misura. Il necessario e niente più. Benga è il ponte che unisce l'occidente, l'ansia metropolitana, il progresso e la ragione con il terzo mondo creativo, colorato e sorridente.
Due brani rappresentativi della sua estetica nel player qui sotto!
Benga myspace

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martedì 1 aprile 2008

 

THOSE DANCING DAYS - HITTEN

Ieri sera mentre sonnecchiavo di fronte alla TV, mi sono sintonizzato su Brand New, incappando in questa band svedese composta da 5 simpatiche fanciulle. Ok, la canzone non è niente di speciale, però è carina. Ma ho trovato l'insieme di immagini e musica assolutamente incantevole.
Le cinque protagoniste si aggirano pigramente attraverso delle stanze vuote, accennando passi di danza, giocando alla corda. No, mi rendo ora conto che neppure il video è niente di speciale...va bé basta girarci attorno. Veramente speciale è la cantante Linnea, con il taglio di capelli più bello degli ultimi quindici anni almeno, un'espressione svogliata, ma non arrogante dipinta sul viso e una cantato malinconico, quella malinconia tipica della gioventù che non declina mai in rassegnazione. Esatto, Linnea è la personificazione della bellezza della gioventù'. Una gioventù' innocente solo incidentalmente maliziosa, niente che a vedere con tutte quelle cantanti R&B, Soul, Hip Hop o pseudo Punk, aggressive in modo parossistico, dallo sguardo super sexy e carico di allusioni... come a dire "peccato che sei un poveraccio perché non sai cosa ti perdi a non permetterti un giro con me tra le lenzuola.."
Linnea non allude a niente di questo. E' bellezza e gioventù pura e semplice, come semplici sono le cose più belle della vita.
Per saperne di più: qui e qui

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