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lunedì 7 aprile 2008

 

I mezzi pubblici

I mezzi pubblici sono oggetti effettivamente utili e anche piuttosto utilizzati. Le categorie che maggiormente ne fanno uso sono due:
Le vecchie.
Gli extracomunitari.
Gli esperti affermano da tempo che i mezzi di trasporto dovrebbero essere utilizzati da tutti, non solo da queste due categorie, ma lo dicono solo perché loro vanno in automobile. Basterebbe infatti un unico viaggio con questi mezzi di tortura per far cambiare loro idea.
Ma torniamo alle due categorie che maggiormente sfruttano le enormi potenzialità di questi oggetti.
1. Le vecchie. Il primo interrogativo, che sorge spontaneo, cui da sempre la scienza ha cercato di dare una risposta e che solo ultimamente sembra essere giunta a delle conclusioni è: perché li usano le vecchie e non i vecchi. Ebbene, le motivazioni sembrano essere fondamentalmente due: la prima è perché le vecchie sono molto più numerose (i vecchi tendono a morire con maggiore facilità) e la seconda è perché le vecchie vanno a fare la spesa, mentre i vecchi restano in casa. Non a caso i vecchi vengono sempre trovati morti in casa, a letto o sul divano, le vecchie invece muoiono anche nei supermercati, per strada, nei bar, sui tram.
Le vecchie fanno un uso dei mezzi pubblici indiscriminato ed esasperato. Non è raro vedere mezzi pubblici popolati esclusivamente da vecchie e borsoni della spesa. Esistono fasce orarie (quella intorno alle undici e trenta-mezzogiorno) in cui esiste un vero e proprio monopolio. Solo gli extracomunitari, l'altra grande categoria del trasporto pubblico tentano di spezzare questo dominio, ma senza risultati apprezzabili. L'extracomunitario, accerchiato dalle vecchie cede quasi subito e scende due fermate dopo quella in cui è salito, anche a costo di fare chilometri a piedi. Gli studiosi infatti sconsigliano di fare uso dei mezzi di trasporto quando c'è una netta predominanza di vecchie. Possono infatti diventare molto pericolose.
Alcune tipologie di pericolo legate ad un viaggio con un mezzo pubblico in un momento di grande affluenza di vecchie:
In qualsiasi posizione vi troviate all'interno del mezzo, avrete sempre più vecchie che vi accerchiano. Essendo molto basse di statura, vi staranno con il viso incollato all'altezza del petto o peggio della pancia. Dopo pochi minuti inizieranno a porvi il cosiddetto "grande interrogativo". E' la domanda che frulla in testa alle vecchie dal momento in cui si alzano la mattina, fino a quando si addormentano la sera: La domanda è "Scende alla prossima?" Questo è la vera, unica preoccupazione della vecchia. Anche se deve scendere quindici fermate più in là, vi chiederà comunque "scende alla prossima?" Tutti quelli che lo hanno provato assicurano che è una esperienza tra le più orribili. Anche il tono di voce contribuisce ad esacerbare. é un tono fintamente benevolo, ma in realtà pieno di acredine. é evidente che non vi sopportano. Siete un palese ingombro tra loro e la faticosa discesa dal mezzo. Prima vi togliete dai piedi meglio è. Questo sentirsi indesiderati tramite la ripetizione reiterata di tale domanda, diventerà ad un certo punto insostenibile e sarete assolutamente costretti a scendere. é celebre l'episodio, risalente all'inverno freddissimo del 1989, in cui un giovane impiegato sottoposto a pressing psicologico da parte di ben sedici vecchie, scese a dodici chilometri dall'ufficio. Arrivò al lavoro con una mano assiderata e il suo capoufficio fu costretto a procedere all'amputazione per salvargli la vita. Ma questo è solo uno degli innumerevoli casi drammatici riscontrati.
Sconsigliatissimo inoltre salire in un mezzo pubblico con una valigia. Le vecchie detestano le valige perché ostacolano anch'esse, come la vostra presenza, lo loro discesa e in genere la deambulazione all'interno del mezzo. Sono Accettate solo le borse della spesa (perché ogni vecchia ne ha una con se). Un suggerimento degli esperti è infatti quello di mettere verdure o banane finte che spuntano dalla valigia. In questo modo penseranno trattarsi di una anomala borsa della spesa e probabilmente vi lasceranno in pace.
Dal Cin Alessandro

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