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giovedì 6 marzo 2008

 

Suicide

I Suicide sono un duo formato da Alan Vega e Martin Rev. Il primo un artista visuale, il secondo un pianista jazz non professionista amante delle sonorità bepop. Il loro incontro avviene in quel di New York, precisamente al project of living arts, un luogo dove si succedevano senza soluzione di continuità eventi e performance di arte varia. Nasce subito una sintonia tra loro, una particolare alchimia che porterà i due ad esibirsi in show disturbanti, dove Rev in una sorta di spoken poetry angosciante reciterà istericamente i suoi versi nichilisti e stranianti, sostenuto dalle basi elettroniche oscure e sintetiche di Vega. Nelle loro esibizioni è possibile rintracciare lo sperimentalismo del Lou Reed di Metal machine music e la sfrontatezza arrogante di un Iggy Pop agli esordi. Il loro progetto così disturbante e all'avanguardia li vede senza contratto fino al 77 quando Martin Thau, ex manager delle New York Dolls, (uno che di rumori e personaggi provocatori sicuramente se ne intende) li mette sotto contratto sotto la sua etichetta, la Red Star.
Vede così la luce il loro primo album omonimo "Suicide", opera inarrivabile in quanto a capacità di rappresentare ansia e malessere esistenziale urbano e allo stesso tempo seminale per le sonorità create: un punk elettronico scarno, malato e per certi versi ingenuo che avrà un enorme sviluppo negli anni a seguire.
Frankie teardrop, Ghost rider, Rocket USA, sono canzoni che sanguinano punk, trasudano disperazione, vomitano sinth distorti; in tutti i loro brani è sempre presente un'idea di morte capace di trascinare in uno stato di malinconia, ma il malessere è solo creativo, direi essenziale per la loro stessa esistenza.
I Suicide, come dei moderni Rimbaud, Artaud, Burroghs, scendono all'inferno per poi risalirne e raccontarcene le atrocità attraverso la freddezza/durezza delle basi e la disperata passionalità della voce. Insomma niente a che vedere con lo pseudo nichilismo creato a tavolino dai Crossover di cui abbiamo parlato in qualche post precedente.
PS: Non spaventatevi se durante l'ascolto di "Keep Your dreams" i vostri bulbi piliferi passano dallo stato di "quiete" ad uno stato che alla vista ricorda quello di un'oca spennata...è il normale effetto che fanno sul corpo i Suicide!

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